COMBOMASTAS
LO TAGLIAMO QUESTO PALLONE?!
Sono piccolo, vivo questo borgo fino in fondo
con i miei amici qui sotto col pallone abbiamo un mondo
che mi fa scordare che sono nato morto di fame,
con mio padre in carcere e mia madre che lavora alla panetteria.
Andare a scuola non mi va, faccio prima,
resto a casa, per oggi alla Vucciria.
Ragazzino dove vai, chi frequenti? Con chi stai?
Con chi voglio, devo stare attento,
altrimenti passo guai.
Palermo si prende tutto, un quartiere a lutto.
Un ragazzino come me è morto, è una cosa orribile.
Me ne andrei ora, ho la pelle d’oca,
e se resto qui ancora un po’, resto solo un reietto.
Troppi sogni nel cassetto, voglio solo un po’ d’affetto,
il mio cuore vuole forza perché lotta.
Troppo stanco di non avere un vero tetto addosso,
intanto aspetto…aspetto!
Settecannoli, Brancaccio, Cep,
Ballarò, Magione, Borgonuovo, Zen
Calatafimi, Mezzomonreale,
Cuba, Uditore, Tommaso Natale.
Mi alzo a mezzogiorno, mangio dalla nonna e scendo
mi metto all’angolo ad aspettare per spacciare.
(Attento, finisci nei guai!) Non me lo dire più lo so.
Aspetto stasera che forse mi faccio una scopata.
Mi volto, una luce abbagliante! (Butta tutte cose e scappa che c’è la volante!)
Mi hanno buttato al Malaspina, e ho visto pure i fantasmi,
potessero morire questi sbirri cornuti!
Ora sono qui fuori, una forza della natura.
Tu un figlio di puttana, io sono il più forte.
Tua madre la spoglio, e ti scanno, spione infame,
mi bevo il tuo sangue! Non fate il mio nome, non spifferate!
Vi mangio qua, vi cago all’Ucciardone e sono bastonate!
Ma che volete? Non mi guardate non mi disturbate!
Cattivo si, ma voi siete indegni.
Vuccira, Santa Rosalia,
Capo, Malaspina, Libertà, Palagonia,
Passo di Rigano, Zisa, Arenella, Borgo Vecchio
Vergine Maria, Marinella
Mille euro l’anno a casa mia è successo un casino,
proprio adesso che una persona vuole realizzarsi ci vuole il lavoro!
E come faccio? Studiare costa, la busta paga non me la danno,
Lavorare costa! E se non trovo il modo posso girare a vuoto,
Palermo te la vivi o ti vive lei a suo modo.
Quattro materie e il sudore della fronte,
ho una figlia e sono un uomo che nella vita ha un suo scopo.
Mia madre è nonna, ho vent’anni e anche le corna,
voglio fare l’avvocato, dare a mia figlia pure ciò che non sognerebbe mai,
uscire dal Capo, uscire da Palermo e poi cornuto chi ci torna.
Lavo le scale ho una voglia che non soddisfa la mia voglia di scappare.
Il mio quartiere mi ha già murato vivo proprio come la mia vita
che ha già deciso il mio destino.
Boccadifalco, Bonagia, Partanna
Villagrazia, Noce, Guadagna,
Pallavicino, Sferracavallo, Cruillas
Acquasanta, Via Montalbo.
Con questa vita che ho trascorso così, io,
vedo le mie mani che non hanno più niente, amico
come va? come ci siamo ridotti in queste giornate vuote
che ci pesano sulle spalle.
Tu che ci guardi? Cosa vedi? i miei trent’anni sono come
cinquant’anni che hai bruciato. La schiena stanca e massacrata,
Nel desiderio di avere i figli più grandi,
che restino fuori dai guai e sapendo come affrontare il mondo.
In questa città che mi ha fregato per scontare i miei sbagli
e ancora pago il prezzo perché ho venduto la cocaina a quei bastardi!
Piscialetti figli di papà con i tentacoli come i polpi, che quando li afferri ti sputano in faccia.
E fammi vedere cosa sai fare, perché io non ce la faccio più,
ma con la Madonna sopra il letto, e il crocifisso sopra il petto, magari,
in questo mare potrei insegnarti a nuotare.
San Lorenzo, Cipressi, Colonna Rotta
Oreto, Sperone, La Rocca.
Politeama, Falsomiele, Kalsa,
Mondello, Monte Pellegrino, Villa Tasca.
Questa vita non l’ho scelta no,
ma vorrei vivere da vero uomo,
la malavita che ho
fa male alla vita che vivo se chiedo perdono
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