Elucubrazioni mentali di un fotoreporter italiano distratto.
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Non è necessario che tu mi ascolti, non è importante che tu senta le mie parole,
no, non è importante, ma io ti scrivo lo stesso (eppure sapessi com’è strano, per me, scriverti di nuovo,
com’è bizzarro rivivere un addio…)
Ciao, sono io che entro nel tuo silenzio.
Che vuoi che sia se non potrai vedere come qui ritorna primavera
mentre un uccello scuro ricomincia a frequentare questi rami,
proprio quando il vento riappare tra i lampioni, sotto i quali passavi in solitudine.
Torna anche il giorno e con lui il silenzio del tuo amore.
Io sono qui, ancora a passare le ore in quel luogo chiaro che ti vide amare e soffrire…
Difendo in me il ricordo del tuo volto, così inquietamente vinto;
so bene quanto questo ti sia indifferente, e non per cattiveria, bensì solo per la tenerezza
della tua solitudine, per la tua coriacea fermezza,
per il tuo imbarazzo, per quella tua silenziosa gioventù che non perdona.
Tutto quello che valichi e rimuovi
tutto quello che lambisci e poi nascondi,
tutto quello che è stato e ancora è, tutto quello che cancellerai in un colpo
di sera, di mattina, d’inverno, d’estate o a primavera
o sugli spenti prati autunnali - tutto resterà sempre con me.
Io accolgo il tuo regalo, il tuo mai spedito, leggero regalo,
un semplice peccato rimosso che permette però alla mia vita di aprirsi in centinaia di varchi,
sull’amicizia che hai voluto concedermi
e che ti restituisco affinché tu non abbia a perderti.
Arrivederci, o magari addio.
Lìbrati, impossèssati del cielo con le ali del silenzio
oppure conquista, con il vascello dell’oblio, il vasto mare della dimenticanza.
Al di là dell'apparenza
spesso non son neppure i contenuti
e neppur le abitudini
saranno forse le ore o l'acqua che fa dei miei sogni
quel qualcosa che fa sempre la differenza.
Questa volta non fingerò d'esser egoista
io, non so neppur cosa sia.
Perdonami se sono stato assente tra i deserti della mia mente, perdonami
perdonami se piu di questo non ho saputo fare,
perdonami se è poco cio che ho saputo dare
perdonami..
Non chiedermi perché la tristezza mi colora il viso di malinconia
non chiedermi perché questa musica non mi porta da te
non ho che un soffio di vento e pochi sogni
per seguire questa strada lungo il mare della sera
che, dove curva il fiume, non trova pace.
Non chiedermi perché continuo ad aspettarti
non troverò risposte nè volani di parole
non chiedermi perché continuo a fumare,
continuo a morire, a sognare
non chiedermi perché i tuoi capelli sul viso mi fanno impazzire perché non li ho.... UNDICIDUE
Se forza non ho per guardare, proverò a sognare
così se forte sarà il tuo respiro lo sentirò arrivare.
Ho certato tra i miei perche qualcosa di te
qualcosa che acceso appare