Elucubrazioni mentali di un fotoreporter italiano distratto. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica nè può considerarsi un prodotto editoriale (L.n.62/2001).Le fotografie contenute in questo blog si intendendono a puro carattere rappresentativo/divulgativo e senza alcun fine di lucro. Le stesse cosi come i testi sono coperti da copyright dell'autore. Ogni violazione priva di esplicito consenso sarà incoata nei termini di legge.
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Avevano appena pulito la spiaggia. Tirava il vento, era freddo. Tolsi le scarpe e immersi i piedi nella sabbia. Per me che avevo visto il mare anni e anni prima, era il paradiso. Caldo all'inizio e poi freddo quando lo facevi uscire. Giocavo con i piedi e la sabbia, mentre eravamo seduti sul catamarano in riva alla spiaggia. Non abbiamo mai trovato il tempo per mangiare assieme, abbiamo sempre parlato così tanto che il tempo passava. Come quella sera. E si fece notte, e si fece freddo. Mi misi in mezzo alle tue gambe, per farmi abbracciare e scaldare. Riuscivo a sentire il tuo odore mentre le navi del porto accendevano le loro luci nell'orizzonte. E non avevo mai visto le navi nel mare di notte. Le luci della pesca. Ero completamente presa. E tu che conoscevi il mare, mi raccontavi di quello che accadeva e sorridevi alle mie domande stupide, della tua ragazza di entroterra. E io che avevo il mal di terra e sarei voluta fuggire nel tuo mare. E tu che avevi sempre il mare in tempesta e stentavi a portare qualcuno con te, per paura di affondare.
Così rimanemmo abbracciati, senza fare l'amore. Perchè sapevamo che era meglio così. Per entrambi, per il nostro Essere, per le Anime già dannate. Appoggiai il viso sul tuo braccio che cingeva i miei ginocchi. Oramai era l'alba. Le luci si spensero e l'orizzonte albergava nei miei occhi oramai. Dormivo appena quando mi baciasti. Poi prendesti la tua strada e io la mia. Non conobbi più il tuo sapore. Anche se a distanza di anni, non posso scordarlo.
Eri bella come lo sei stata sempre e nessun sole mi distraeva dal guardarti cosi, bella. Ne posso dimenticarlo. Era come fermare il tempo che tempo non ho avuto mai e guardarti era più di sognarti, più d'amarti e mi chiedevo se era vero è vero lo era davvero... nell'infinito. E la notte ci abbracciò come un bacio, come un sogno che luna ci volle, tra reti ed emozioni che continuavo a fermare che continuavi a sentire. Passavo le mani tra i tuoi capelli ed era un sorriso che rubavo al tuo viso su di me che miglior felicità non c'era. Tutto girava nel silenzio dei tuoi occhi come su onde si perdeva la notte.
Ricordo alzasti lo sguardo alle stelle e raggiunsi i tuoi occhi..non chiedermi di andar via che notte passerà finché tempo non torna, e freddo passò. Tu mare io mare, io in tempesta e tu nel mio aspettare: tu nella mia follia io nella tua pazzia cosi tra la nebbia ti lasciai andare via.
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